GIANO FESTIVAL

Fotogramma del film "L'ordine del Tempo" per la regia di Liliana Cavani proiettato alla prima serata inaugurale di GIANO Festival

Festival “GIANO – Prima serata inaugurale: Il Tempo nel Cinema

Si sono concluse le tre giornate inaugurali di Festival “GIANO. Pensare attraverso il cinema” che si sono tenute presso il Teatro Bismantova di Castelnovo ne’ Monti nelle serate di mercoledì 18, giovedì 19 e venerdì 20 Ottobre.

Il festival è nato dall’incontro tra Armando Sternieri, presidente e amministratore delegato di Energee3 ed Emanuele Ferrari  vicesindaco e assessore alla cultura di Castelnovo Monti che hanno sentito l’esigenza di trovare un punto comune dove, grazie al linguaggio cinematografico, convergessero tematiche di Filosofia e Scienza. Tematiche che che verranno sviscerate in sette appuntamenti mensili da Novembre 2023 a Maggio 2024.

Serata di mercoledì 18 Ottobre: Il Tempo nel Cinema

Proiezione di “Galileo” e presentazione ufficiale del Festival

Dopo la matinée dedicata agli studenti, nel pomeriggio è avvenuta la proiezione del film Galileo (1963), della regista carpigiana Liliana Cavani, una delle grandi protagoniste di questa serata.
In seguito alla proiezione, ha preso la parola Fabio Canessa, giornalista, critico, docente e direttore artistico del Festival.
Canessa ha ribadito come i giovani oggi siano bombardati da un enorme quantitativo di stimoli e immagini, senza che per essi vi sia una contestualizzazione dal punto di vista critico. Il linguaggio cinematografico e il Festival GIANO che ha deciso di utilizzarlo come elemento fondante, possono aiutare i ragazzi ad avere una chiave interpretativa della realtà. “L’obiettivo della nostra iniziativa è quello di sviluppare le domande della filosofia e della scienza attraverso le opere cinematografiche e, insieme, di studiare il linguaggio visivo che le mette in scena” dice Canessa, che sottolinea come nonostante le piattaforme streaming e la grande la grande offerta che viene dal mondo del web, la cultura del cinema e dei suoi linguaggi sia poco conosciuta dai giovani.
Nel corso della serata è intervenuto, insieme al già citato Emanuele Ferrari anche Marco Salucci, cultore di filosofia teoretica all’università di Firenze, del Comitato scientifico della casa editrice Thedotcompany e della rassegna.

 

 

Entrambi hanno sottolineato l’importanza di acquisire strumenti per poter decifrare la realtà in modo critico e razionale, grazie all’uso congiunto dei metodi usati nella filosofia e nel processo scientifico. Salucci in particolare si sofferma sull’importanza di padroneggiare entrambi i linguaggi, che non si escludono a vicenda ma sono complementari per esercitare la razionalità e porre un argine alle pseudoscienze che grazie ai social e alla rete oggi imperversano più che mai.
Durante la serata sono intervenuti anche Erica Spadaccini, consigliera regionale e Pietro Pazzaglini, amministratore delegato di TheDotCompany, società gemella di Energee3 e casa editrice. Pazzaglini in particolare ribadisce come la co-produzione di un progetto come GIANO renda tutti i partecipanti orgogliosi perché è pensato per i giovani e per aiutarli a districarsi tra passato e presente.

Proiezione di “L’ordine del Tempo” e dibattito tra ospiti e pubblico

Dopo il lungometraggio con protagonista Galileo, la serata si è conclusa con la proiezione de L’ordine del tempo presentato fuori concorso a Venezia 80, è liberamente ispirato al libro omonimo dello scienziato Carlo Rovelli che ha fatto anche da consulente per il film. Nella pellicola un gruppo di amici si ritrova scoprendo in seguito che un asteroide sta per schiantarsi sulla Terra: da quel momento il tempo comincerà a scorrere in modo diverso. I protagonisti saranno costretti a confrontarsi con una probabile fine imminente che porterà a galla memorie, rimpianti e speranze nel futuro. Questo ultimo lavoro porta Cavani alla regia dopo ventuno anni.
In seguito alla proiezione la rassegna ha avuto l’onore di ospitare la regista Liliana Cavani in videoconferenza. Cavani è fresca di Leone d’Oro alla carriera all’80ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia svoltasi a settembre 2023.
Classe1933 Cavani all’attivo 13 lungometraggi e 8 fiction per la televisione. Ha lavorato con artisti italiani  del calibro di Marcello Mastroianni, Claudia Cardinale e Fabrizio Gifuni e internazionali come Burt Lancaster e John Malkovich. Nel 2012 ha ricevuto il David speciale alla carriera.
Oltre a Cavani GIANO ha avuto il piacere di ospitare anche l’intervento di Paolo Costella regista e sceneggiatore, nonché  giornalista di articoli riguardanti il cinema, il costume e la cronaca.
Costella, Canessa e Cavani hanno dato vita a un dialogo a tre, prendendo come punto di partenza i due film protagonisti della serata.

 

In entrambi si cerca di misurare la portata della scienza sulla vita delle persone: Galileo ha scoperto che la Terra, e di conseguenza l’uomo, non era più al centro dell’universo portando in atto la rivoluzione copernicana. Ha dovuto abiurare perché la portata scientifica delle sue scoperte era difficile da abbracciare per gli uomini della sua epoca.
La regista ha sottolineato come il film sia uscito in un anno che ha dato origini a rivoluzioni e cambiamenti sociali di altra portata ma altrettanto dirompenti: il 1968.  “Il cinema può raccontare la scienza a suo modo, col suo linguaggio – dice Cavani – non si può raccontare la scienza con dei calcoli, con dei teoremi matematici, si rischierebbe di annoiare subito il pubblico. Bisogna perciò raccontare, come accaduto con Galileo, l’avventura della vita”. Poi aggiunge forse con una punta di amarezza, che né la Rai né Mediaset vollero mai trasmettere il film.

 

Canessa chiede poi alla regista perché abbia voluto creare una trasposizione cinematografica de L’ordine del Tempo, un saggio scientifico.
Il film racconta di un semplice evento meccanico, un meteorite che arriva dallo spazio e che conduce l’umanità all’estinzione e la Terra a un altro ciclo. Si indaga quella paura atavica e insita nell’animo umano che riguarda la propria sorte collettiva e quella del pianeta in cui si abita. “In fondo siamo sempre in guardia, non sappiamo mai cosa può cadere dal cielo”, dice Cavani.
L’ultima fatica della regista è anche una riflessione sul tempo, e su cosa fare quando di tempo non se ne ha più, come nel caso dei protagonisti della storia. Il tempo stesso conduce, nel scorrere ineluttabile, a nuove scoperte riguardo l’uomo e la scienza ed è esso stesso inaccessibile e fonte di mistero.

In chiusura l’intervento di Costella, che spiega al pubblico come sceneggiatore e registi nella creazione di un film abbiano approcci differenti e che ciò che si vedrà in sala non altro che il frutto di questa relazione e amalgama di temperamenti diversi. Per Cavani ha parole molto affettuose: Con Liliana è solo un piacere sentire i suoi pensieri, dal momento che su ogni cosa riesce ad avere un punto di vista puro, originale, essenziale”.

 

L’evento si è concluso con un grande applauso finale da parte del pubblico, molto partecipe e coinvolto anche durante l’intero corso della serata.

 

Curiosità e link utili:

Programma della rassegna di GIANO Festival
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Pagina ufficiale del Teatro di Bismantova
Sito ufficiale della regista Liliana Cavani